Anāhata e il calore delle relazioni

Con il quarto chakra, Anāhata, scopriremo un nuovo elemento: il fuoco. Come dico sempre, le tradizioni classiche sono molto pratiche: il fuoco è quello che brucia nel focolare, che si usa per cucinare e per scaldarsi. Rappresenta anche il punto attorno al quale, nell’antichità, le persone si riunivano e si creava la comunità. Rispetto ai chakra Maṇipūra e Svādhiṣṭhāna, legati all’elemento terra, con Anāhata ed il fuoco il nostro viaggio vira verso una dimensione più spirituale. Vediamo come.

Anāhata si manifesta

Quanto ci sentiamo fortunati se possiamo contare su una persona che “ci sa capire”, che riconosce le nostre emozioni quando sembrano essere poco chiare persino per noi stessi? Queste persone riescono ad entrare in sintonia con noi in maniera innata. Non lo fanno sul piano fisico, come accadeva quando scrivevo del secondo e del terzo chakra, ma sul piano emotivo. Il loro quarto chakra, Anāhata, è “aperto”: grazie a questa “apertura” riescono a instaurare una relazione empatica e a comprendere naturalmente il nostro stato d’animo.

Quando Anāhata si “blocca” viene meno questa capacità  di entrare in sintonia con gli altri e emerge la tendenza a chiudersi in sé stessi. Il disequilibrio può radicarsi evolvendo nell’autocommiserazione fino a cronicizzarsi in una sensazione di distacco dagli altri, di disinteresse, nell’incapacità di dare e ricevere amore.

Le coordinate della mappa energetica

Quando stiamo bene, le nostre energie fluiscono liberamente nel corpo. Lo yoga ha affinato per millenni i modi con cui possiamo mantenere aperti i nostri chakra in maniera che l’energia vitale fluisca lungo i nadi irrorando il corpo e mantenendolo in salute.

Possiamo connetterci in profondità ai nostri chakra usando il tocco delle mani sulla pelle, risalendo la corrente energetica fino all’origine, e quindi, ascoltando.  Anche questa volta, due sono i punti (tsubo), sui quali possiamo appoggiare le dita o il palmo della mano mentre meditiamo. Il primo l’abbiamo già incontrato, quando abbiamo parlato di Maṇipūra chakra: è Shan Zhong, “il centro del petto” (CV17) che sta sullo sterno all’altezza della linea immaginaria che unisce i capezzoli e l’attaccatura delle ascelle. Il secondo è Ling Tai “la torre dello spirito” (GV10), poco sotto la metà delle scapole. Tra le nostre mani, in profondità, pulsa l’energia di Anāhata.

Prove di connessione

Per sostenere l’apertura del quarto chakra o, all’occorrenza, per “sbloccarlo”, possiamo massaggiare lo tsubo Ji Quan, “la fonte più preziosa” (HT1) che si trova nel centro dell’ascella. In alternativa c’è Zhong Shu, “il perno centrale” (GV7) che si trova sulla spina dorsale a livello della decima vertebra toracica. Se si ha difficoltà a raggiungere i punti con la mano si può usare una pallina anti stress schiacciandola dolcemente mentre si stringe l’ascella o posizionandola tra la schiena ed il materassino da yoga mentre si è stesi. Oppure appoggiandola tra una parete e la schiena mentre si è seduti a gambe incrociate. Basterà poi chiudere gli occhi, muoversi dolcemente e respirare tranquillamente concentrandosi sulle sensazioni, piacevoli e spiacevoli, che emergeranno.

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Punti di pressione (tsubo) per collegarsi ad Anāhata chakra e “sbloccarlo” corroporando l’energia dell’elemento “fuoco”. Image by GDJ from Pixabay

Per riassumere…

In questa quarta tappa abbiamo cominciato ad intraprendere un percorso verso una dimensione più spirituale e a scoprire come il quarto chakra sia legato all’elemento Fuoco della medicina classica cinese, alle relazioni e al loro calore, alla nostra capacità di creare comunità. Alcuni stati psicofisici sono riconducibili a questo elemento ed abbiamo visto dei semplici esercizi per sbloccare Anāhata.

Mi ripeterò… sono convinto che la via del benessere si compone di tanti percorsi affascinanti e vale davvero la pena provare le sinergie possibili tra tradizioni mediche differenti.