Viśuddhi chakra, spazio alla creatività
«In the throat is the place of Bhāratī [the goddess of speech], the Viśuddhi cakra, which has sixteen petals.» Così viene introdotto il quinto chakra nella Samgītaratnākara, un testo risalente al XIII secolo, che evidenzia i vari stati emozionali provocati dal situarsi del Sé nei petali dei chakra. A Viśuddhi è associato il senso dell’udito ed è significativo che l’elemento corrispondente, se tale può essere considerato, sia l’etere.

Curiosa di natura e ballerina nei sogni di bambina, con lo yoga ha trovato la sua dimensione ideale, potendo conciliare la sua passione per lo studio con la ricerca della flessibilità corporea. Infatti, all’approfondimento della teoria (si è specializzata con il Master in YogaStudies. Corpo e Meditazione nelle tradizioni dell’Asia dell’Univerità Ca’Foscari di Venezia) ha affiancato la formazione da insegnante di yoga. Si è inoltre diplomata all’Accademia di Raja Yoga di Ananda Assisi, acquisendo e imparando a trasmettere le tecniche meditative insegnate da Paramhansa Yogananda. Continua incessantemente a studiare e a sperimentare; convinta che la meditazione e la pratica della presenza sia la chiave per un’espansione della consapevolezza.
Anahata chakra, suono incausato
Con anahata chakra ci “spostiamo” alla triade c.d. superiore, di cui esso costituisce le fondamenta. Il legame con il primo chakra è evidente: alla stabilità data dal soddisfacimento delle esigenze primarie di sopravvivenza, si aggiunge quella donata dall’equilibrio emozionale. Il significato del termine sanscrito che lo designa indica quel suono che si produce senza il contatto tra due oggetti. Un’armonia dunque indipendente da fattori causanti; per questo, anahata si può tradurre come “incausato” o “non colpito”.

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Manipura chakra, la città dei gioielli
Il terzo chakra viene rappresentato come un fiore di loto blu con dieci petali. All’interno si trova un triangolo con la punta rivolta verso il basso. Il colore che lo contraddistingue è il giallo, come quello delle scintille. Infatti, manipura significa “città dei gioielli”, un insieme di gemme che splendono.

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Svādhișțhāna chakra, stare nella propria sede
A svādhișțhāna può essere attribuito il significato di “propria dimora”. Il secondo chakra si colloca nella zona del bacino, poco sopra il primo, all’altezza degli organi genitali femminili

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Mūlādhāra chakra, il sostegno della radice
Mūlādhāra significa “sostegno della radice”. Al primo chakra compete il radicamento dell’organismo e la sopravvivenza dell’organismo.

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I chakra, elementi essenziali del corpo energetico
Quello che oggi conosciamo come il sistema dei chakra è il modello che si è imposto, per qualche contingenza, all’attenzione dello yogin occidentale.

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KAPHA, il dosha del pigrone
Ti danno mai del bradipo? Se la tua flemma è proverbiale, potresti essere dominato da kapha dosha.

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PITTA, il dosha dell’iracondo
Ti scaldi facilmente, anche in senso metaforico, di fronte a qualcosa che ti provoca fastidio o disagio ? Sei tendenzialmente caloros* ?

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VATA, il dosha di chi ha la testa tra le nuvole
Ti dicono spesso che hai la testa tra le nuvole? Oppure, che dovresti stare di più coi piedi per terra? Se è così, è probabile che nel tuo organismo prevalga vata dosha.

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Il segreto per rinascere con l’elemento Legno
Marzo, il mese della primavera nell’emisfero boreale: quale miglior momento per presentare l’elemento Legno!

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