Inchiostro, carta e pennino. Una mano che scivola delicatamente su una superficie. La calligrafia, dal greco “kallos” e “graphe” ovvero “bella scrittura”, è a tutti gli effetti un’arte. Segni nati per comunicare un messaggio che diventano essi stessi espressione artistica. Segni che rivelano il mondo interiore dell’artista. L’Asia è il regno della calligrafia, arte quasi sacra che si tramanda di generazione in generazione da innumerevoli secoli. Ma anche da noi sembra essersi risvegliato grande interesse per questa pratica.
La calligrafia orientale: come riscoprire sé stessi

Secondo la tradizione orientale, un calligrafo deve dedicare tempo nel coltivare le proprie qualità interiori per poi trasmetterle sotto forma di pennellate. L’importante non è disegnare una forma perfetta, quanto trasporre sé stessi, il proprio mondo emotivo, in quel carattere, al di là del significato del segno. È un’arte che richiede pazienza, concentrazione e disciplina interiore. Una forma di meditazione, in un certo senso vicina allo yoga. Un modo per raggiungere la pace con carta e calamaio.
La calligrafia nell’era digitale
Impugnare una penna e scrivere su un foglio di carta è per i nativi digitali un gesto sempre più inconsueto. Tuttavia assistiamo anche da noi a una riscoperta della bella scrittura. La calligrafia oggi è un ritorno alla nostra infanzia, quando bambini, con mano incerta, imparavamo a scrivere per la prima volta. È una celebrazione del bello, un invito all’introspezione, una terapia contro la frenesia quotidiana. È provato scientificamente che l’atto della scrittura offre numerosi benefici. Ad esempio nell’acquisire informazioni: scrivendo il nostro cervello coinvolge parti che non vengono attivate durante la digitazione digitale. Il gesto grafico richiede concentrazione, una sinergia quasi magica tra mano e pensiero. Infatti chi scrive a mano dimostra una più fervida creatività. Al di là della bellezza estetica, la calligrafia risponde alla nostra esigenza di rallentare. Ci permette di conoscere noi stessi, di trovare il nostro stile, unico e inimitabile.
Un progetto molto affascinante che riguarda la scrittura è Homelessfonts.org (qui un breve video di presentazione), ideato dalla Ong spagnola Arrels e dall’agenzia pubblicitaria The Cyranos. Insieme hanno unito le forze per dare vita al primo sito web che consente di acquistare una serie di caratteri tipografici creati a partire dalle grafie di persone senza fissa dimora. Con questa iniziativa vogliono trasformare la percezione comune sui senzatetto, valorizzando la loro singolarità di persone creative e aumentare la consapevolezza su un problema, che oggigiorno colpisce sempre più persone.
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Giallo come i granelli di sabbia del deserto e verde come le foglie degli alberi che ricoprono le nostre montagne, questi sono i due colori che userei se mi disegnassi. Nomade ma sempre alla ricerca di un posto che sappia un po’ di “casa”, amo viaggiare senza una meta precisa, conoscere le storie delle persone che incontro e mangiare sano. Adoro leggere e imparare – nell’incessante ricerca di risposte alle infinite domande che affollano la mia mente – e per questo mi ritaglio sempre un po’ di tempo per studiare. Mi sono laureata in filosofia e ora lavoro come operatrice culturale: è bello pensare ad un evento e progettarlo giorno dopo giorno fino alla sua realizzazione. Per il blog di Yoga Hub raccolgo alcuni spunti su come l’arte possa essere benefica per la nostra mente e il nostro corpo.
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809321 187398Vi ringrazio, considero che quello che ho letto sia ottimo 523903