A cosa pensi quando ti viene in mente una maschera? Io penso ai colori iridescenti delle maschere veneziane. Ma cos’è veramente una maschera? Ho scoperto che è proprio difficile trovare una risposta perché la maschera, a ben vedere, è un simbolo con significati antichi, ancestrali e controversi. La sua storia è legata a quella dell’uomo sulla terra e alla rappresentazione che quest’ultimo realizza di sé. E allora proviamo a guardare cosa ci dice l’arte al riguardo.
Ma forse ora ti starai chiedendo perché su un blog di yoga e salute parliamo anche di arte? Secondo molti studi l’arte, intesa nel senso ampio della parola, – meglio ancora se combinata alla pratica dello yoga e ad un’alimentazione sana, naturalmente! – migliora la qualità della vita delle persone e entrare in contatto con le risorse creative è un fattore che aumenta il nostro grado di benessere .
E quindi proviamo anche noi a darci delle pillole di arte ogni tanto per spezzare il ritmo di una vita frenetica che, a volte, ci fa dimenticare quanto sia bello fermarsi, nutrire gli occhi di colori e metterci in ascolto di quello che le opere con il loro apparente e immutabile silenzio ci dicono.
L’influenza delle maschere africane sull’arte europea
Nelle culture dell’Africa Subsahariana le maschere sono oggetti ricorrenti, pur con le dovute differenze, e svolgono una funzione rituale e cerimoniale molto importante all’interno della comunità. Colui che indossa la maschera perde la sua identità e si trasforma nello spirito rappresentato, diventando una sorta di medium tra il mondo terreno e quello dell’aldilà.
Le maschere africane hanno fortemente influenzato il mondo dell’arte europeo basti pensare alle principali avanguardie artistiche del Ventesimo secolo: Cubismo, Fauvismo e Espressionismo. Sulle tele di pittori come Picasso, Gaugin, Cezanne, Kirchner le immagini si scompongono in forme geometriche astratte e i volti sono maschere dai colori irreali e dalle espressioni enigmatiche.
Le creazioni di questi artisti si sganciano evidentemente dalle leggi prospettiche e dalla fedele rappresentazione dell’oggetto. Con l’avvento della fotografia, infatti, l’arte non si pone più come obiettivo quello di imitare il mondo esterno ma decide di rivolgere il suo sguardo verso un territorio impervio e ancora sconosciuto, l’interiorità dell’essere umano.
Perché la maschera?
Ma perché è proprio la maschera ad assurgere nell’arte moderna a simbolo di ricerca del sé? Forse perché come dice Oscar Wilde: “La maschera ci dice più di un volto”.
Se osserviamo il viso contornato da spesse righe verdi e nere della Marcella di Kirchner o ci soffermiamo sulle facce spezzate da linee geometriche delle Demoiselles d’Avignon di Picasso possiamo vedere riflessi i nostri volti, in qualche modo ci riconosciamo. Questi volti-maschere ci mostrano ciò che lo specchio quotidianamente ci cela: siamo, citando il famoso romanzo di Pirandello, “Uno, nessuno e centomila”.
Viviamo in una società complessa, siamo irretiti in una molteplicità di relazioni che prevedono l’assunzione di ruoli sociali ben definiti ma differenti tra loro. A nostra disposizione ci sono loro, le maschere, che, forse, pur celando il nostro Io più originario, in fondo ci permettono di cristallizzare un’identità, la nostra, che è sempre più liquida e informe.
Se questo articolo ti è piaciuto e il tema ti incuriosisce ti consiglio assolutamente di andare a vedere la mostra Migrating Objects Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim. Fino al 14 giugno 2020 a Palazzo Venier dei Leoni, a Venezia, troverai esposti 35 artefatti dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe, collezionate dalla mecenate Peggy Guggenheim tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, in dialogo con alcuni capolavori delle avanguardie europee!
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Giallo come i granelli di sabbia del deserto e verde come le foglie degli alberi che ricoprono le nostre montagne, questi sono i due colori che userei se mi disegnassi. Nomade ma sempre alla ricerca di un posto che sappia un po’ di “casa”, amo viaggiare senza una meta precisa, conoscere le storie delle persone che incontro e mangiare sano. Adoro leggere e imparare – nell’incessante ricerca di risposte alle infinite domande che affollano la mia mente – e per questo mi ritaglio sempre un po’ di tempo per studiare. Mi sono laureata in filosofia e ora lavoro come operatrice culturale: è bello pensare ad un evento e progettarlo giorno dopo giorno fino alla sua realizzazione. Per il blog di Yoga Hub raccolgo alcuni spunti su come l’arte possa essere benefica per la nostra mente e il nostro corpo.