La parola gentilezza amorevole (Loving Kindness) deriva dalla parola Metta in lingua Pali. La gentilezza amorevole ha le caratteristiche della vicinanza, dell’apertura verso la gentilezza e la gratuità dell’amore. La loving kindness, all’interno della pratica mindfulness fa riferimento ad un tipo di meditazione che favorisce la vicinanza verso gli altri esseri viventi. Grazie a questo tipo di meditazione si può promuovere consapevolezza della gioia e del dolore, timori e speranze di ogni individuo. Tutti vogliono essere amati, percepire sicurezza e non essere in contatto con la sofferenza. Per coltivare la gentilezza amorevole dobbiamo partire da noi.
Le origini dell gentilezza amorevole
La pratica della gentilezza amorevole ritrova le sue origini nei tempi in cui Buddha è esistito, quando un gruppo di monaci aveva chiesto il suo aiuto. I monaci avevano intrapreso un viaggio in una foresta sperduta per meditare. Una volta arrivati i monaci si sistemarono e trascorsero i primi giorni serenamente, circondati da quiete, sole e acque pure. La foresta però in realtà non era disabitata, anzi, gli abitanti appena si resero conto che i monaci sarebbero rimasti per un tempo abbastanza lungo, si arrabbiarono. Cercarono dunque di spaventare gli ospiti sgraditi. Riuscirono nel loro intento e così i monaci, terrorizzati, scapparono, pensando addirittura che la foresta fosse posseduta.
Quando rientrarono al monastero il Buddha chiese spiegazioni in merito al loro rientro anticipato. I monaci allora raccontarono quanto accaduto e il Buddha consigliò loro di tornare nella temuta foresta. Prima di farli ripartire insegnò loro una nuova meditazione, quella della gentilezza amorevole. Avrebbero dovuto praticarla ad ogni passo nella foresta. I monaci, nonostante la preoccupazione si misero in cammino.
Una volta giunti nella foresta, il passaggio dei monaci fu reso ancora più spaventoso dagli abitanti. I monaci però proseguirono il loro viaggio, seguendo le indicazioni: evocando il bene di tutti, con auguri e parole colme di benedizioni. Gli abitanti nonostante le intenzioni belligeranti, con il passare del tempo iniziarono a sentirsi inondati di serenità. Questa sensazione di pace con il tempo ha placato la loro ira. Questi da nemici ostili, si erano tramutati nei loro protettori, imparando insieme a praticare.

Prova a praticare la gentilezza
Ogni meditazione è una forma di di gentilezza verso noi stessi, ma in questo caso siamo di fronte ad una forma più esplicita. Praticare ogni giorno la gentilezza amorevole ci permetterà di sentirci più accolti e amati. Partiamo per prima cosa da noi, seguendo una sequenza precisa. Inizia in silenzio, ascoltando il nostro respiro e continuando a inspirare ed espirare. Proseguiamo poi provando a ripetere mentalmente delle frasi che possano farci da supporto:
Possa io essere felice.
Possa io vivere nel benessere.
Possa io essere libero da emozioni negative.
Possa io essere al sicuro.
Prenditi del tempo, fai in modo che le frasi abbiano un significato per te e che tu riesca ad immedesimarti, puoi anche modificare queste frasi, in modo da adattarle meglio al tuo sentire. É importante che le parole abbiano un significato per te, non ripeterle distrattamente. Quando vuoi, puoi ampliare il tuo sentire, facendo riferimento ad una persona a te vicina, sempre inspirando ed espirando, ripetendo mentalmente delle frasi, per il suo bene (inserisci il nome al posto dei puntini):
Possa … essere felice.
Possa … vivere nel benessere.
Possa … essere libera/o da emozioni negative.
Possa … essere al sicuro.
Puoi quindi estendere la pratica a un amico, ad un collega e poi, in modo più impegnativo, a un “nemico”, una persona che ci suscita disagio anche solo pensandola. Come ultimo passaggio prova ad ampliare queste intenzioni verso tutti gli esseri.
Non è obbligatorio ogni volta che si pratica estenderla a tutti i livelli, l’aspetto fondamentale è che ciò sia fatto in modo profondo e tranquillo. Poi anche trascorrere un’intera sessione di meditazione soltanto per generare gentilezza amorevole versori te o verso un’altra persona.

La rabbia vs la gentilezza amorevole
Da un punto di vista psicologico, la rabbia è un’emozione che può costarci molto cara, in questo caso la meditazione di Metta ci viene in aiuto. Non possiamo provare rabbia e amore allo stesso tempo, sarebbero incompatibili. Se siamo arrabbiati con una persona, cominciamo con noi stessi, solo dopo cerchiamo di coltivare gentilezza nei confronti della persona con la quale siamo adirati. Quando ci sentiamo più gentili verso noi stessi, possiamo più facilmente essere in grado di fare un ulteriore passo verso gli altri.

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, abilitata all’utilizzo della tecnica EMDR. Offre terapia individuale e di coppia per adulti e adolescenti. Si occupa principalmente di disturbi d’ansia, depressione, disturbi di personalità, difficoltà relazionali e sostegno psicologico.
Durante i colloqui pone attenzione all’individuo nella sua globalità, focalizzandosi sui sintomi, sulla storia di vita, sui fattori che hanno innescato il disagio e su quelli che lo mantengono attivo ed invalidante. Il suo modo di lavorare è incentrato sul paziente e su ciò che desidera comprendere e risolvere: un percorso di collaborazione passo dopo passo, in cui poter sperimentare nuovi modi di percepire benessere e senso di efficacia personale.
www.giorgiabaldini.com
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