Siamo giunti all’ultima tappa di questo cammino lungo i sentieri energetici del nostro corpo. Con il settimo chakra vi parlerò dell’energia del Fuoco e di come quest’energia si manifesta, ovvero attraverso il calore. Ma se Anāhata chakra era legato alla relazionalità, Sahasrara chakra ci parla di amore incondizionato, della connessione che abbiamo con tutto il creato, dell’accoglimento, della spiritualità. I greci antichi chiamavano questo amore: Agape.
Sahasrara si manifesta
Chi è fortunato almeno una volta nella propria vita ha conosciuto una persona spirituale con cui si è instaura una connessione profonda, sia a livello emozionale che energetico. Quando Sahasrara chakra è aperto l’energia che fluisce fa emergere l’empatia, la compassione, l’apertura mentale, la saggezza e la spiritualità. Nella medicina classica orientale questa forma di energia è legata al Fuoco: è la luce che illumina, è il calore che accoglie e cura il corpo, la mente e l’anima.
L’energia del Fuoco è per sua natura delicata, instabile. Basta poco perché il Fuoco si spenga oppure, al contrario, divampi e distrugga. Quando Sahasrara si blocca, l’energia non fluisce più liberamente. Le persone che per attitudine sono empatiche lo diventano troppo, scivolano della melanconia, si isolano negando la loro innata capacità di accogliere l’altro e rimangono deluse da loro stesse. Nei casi più gravi, il cui il blocco permane per molto tempo, queste persone soffrono perché si sentono illuse dalle altre persone. E, man mano che il tempo passa, la reazione a questo dolore porta le persone a difendersi da queste illusioni, ad erigere barriere protettive: diventano orgogliose e arroganti nel tentativo estremo di negare l’accoglimento che le caratterizzava. Il calore diventa fuoco che divampa: una volta che ogni legame è stato bruciato, la persona scivola nell’apatia. Il calore nega se stesso e si raffredda.
Le coordinate della mappa energetica
Chi pratica yoga sa che per mantenere aperto il settimo chakra serve lungo esercizio e molta, molta meditazione. Dal punto di vista delle medicine orientali occorre che l’energia del Fuoco rimanga in equilibrio con quella di tutti gli altri quattro elementi energetici che già abbiamo visto: Terra, Metallo, Acqua e Legno. L’energia del Fuoco è per sua natura un’energia di tipo Yang e quindi in trasformazione. La meditazione aiuta ad essere consapevoli, nel momento presente, dell’entità e della direzione di questa trasformazione.
Per focalizzarci ancora di più e connetterci con Sahasrara chakra possiamo premere dolcemente con l’indice e medio della nostra mano sul punto Waiguan, “il passaggio laterale” (TE5) che si trova sul dorso dell’avambraccio, al centro, due dita Sopra la linea del polso. Durante la meditazione possiamo alternare la pressione sull’avambraccio destro e sinistro e porre attenzione sulle sensazione che affiorano: rimaniamo rilassati? Oppure la pressione ci mette a disagio? Avvertiamo fastidio o piacere? Un’altra connessione con il settimo chakra avviene a livello del punto Guanyuan, “il cancello dell’origine” (CV4) che si trova direttamente tre dita sotto l’ombelico, all’altezza delle spine iliache. Su questo punto possiamo appoggiare direttamente il palmo della mano e lasciare fluire il calore, respirando regolarmente. Non possiamo, invece, corroborare direttamente Sahasrara chakra utilizzando la pressione delle mani: possiamo però con lo shiatsu riequilibrare i flusso energetico dell’energia del Fuoco attraverso un trattamento mirato con beneficio fisico e emotivo.
Per riassumere…
Parlando dell’elemento Fuoco e della spiritualità, concludo questa prima serie di testi sugli Intrecci Olistici tra medicine tradizionali indiane e cinesi. Come spesso ho ripetuto, il benessere emerge quando c’è un fluire armonico dell’energia nel corpo: abbiamo tanti strumenti a nostra disposizione per stare bene e sta a noi decidere di usarli.
