Unorthodox è una miniserie di 4 puntate rilasciata quest’anno da Netflix. A dirla tutta è un film dilatato, che si lascia guardare tutto d’un fiato, nonostante i ritmi di una narrazione lenta e intimistica.
Uno sguardo inedito sulla comunità chassidica
La storia di questa miniserie è tratta dall’autobiografia di Deborah Feldman, Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots, e ha il merito di far conoscere al grande pubblico l’anacronistico mondo di una comunità chassidica, chiamata Satmar.
La protagonista è una giovane donna, Esther Shapiro, detta Esty, nata e cresciuta a Williamsburg (un quartiere di Brooklyn) in cui vive con la sua comunità ebraica di fede ultra-ortodossa. Un mondo fortemente conservatore, il cui credo è “non cambiare nulla”.
Lo spettatore viene immerso in questo mondo anche grazie alla scelta di girare la serie quasi totalmente in lingua yiddish. Una scelta non da poco considerando che è una lingua in estinzione, parlata da meno di 2 milioni di persone.
Unorthodox, essere donna tra precetti ortodossi e modernità
La vita di Etsy è completamente eterodiretta dai dettami della sua comunità che le impone rigidi precetti da osservare, al limite del fanatismo. Imposizioni incomprensibili come rasarsi i capelli per apparire modesta agli occhi degli uomini, prendere in marito un uomo che neanche conosce, non ricevere alcuna educazione, non poter cantare o suonare in pubblico, non essere libera di vestirsi come crede e non avere accesso a Internet. L’unico suo scopo in quanto donna è soddisfare il marito e dargli una prole numerosa.
Come potete immaginare, per Esty – che inizialmente sembra accettare passivamente questo destino – arriva il punto di rottura e l’unica opzione rimane la fuga da un mondo che la opprime e la soffoca senza via d’uscita.
Shira Haas, vera perla di tutta la serie
A poco tempo dalla sua uscita, Unorthodox ha riscosso già un buon successo di pubblico e di critica. Questo risultato stupisce perché è una produzione che si discosta molto, sia per estetica che per sceneggiatura, dalle serie tv incalzanti sempre alla ricerca dell’effetto-wow. Chi ama i ritmi frenetici potrebbe infatti facilmente annoiarsi.
Unorthodox è una sorta di documentario antropologico, in cui si percepisce una maniacale cura dei dettagli e una fedele ricostruzione di usanze, gesti, abiti e linguaggi.
Ma dobbiamo anche ammettere che a contribuire alla riuscita della serie è senz’altro la talentuosa Shira Haas, l’attrice che interpreta Esty. Riesce a mettere perfettamente in scena un dissidio tutto interiore tra il desiderio legittimo di autodeterminazione, la paura di non farcela da sola e l’eredità culturale che si porta dentro.
Volendo però non gonfiare troppo le aspettative di chi non avesse ancora guardato la serie, è giusto anche sottolineare qualche aspetto negativo. Ad esempio il personaggio interpretato da Aaron Altaras, tenebroso, sensibile, bello – a mio parere – è un po’ caricato di stereotipi da film adolescenziale, come anche tutta la comitiva tedesca in cui Esty si imbatte.
Pur nel realismo ricercato per rappresentare la comunità chassidica non manca un certo – forse inevitabile – giudizio occidentale. Una lente che tende a ridicolizzare chi vive in quel mondo.
L’escamotage del canto che risolve il momento dell’audizione, nella parte finale della serie appare un po’ forzato, anche se la causa rimane nobile.
Particolari però davvero trascurabili a cospetto di una serie dal messaggio forte e convincente.
Vuoi suggerirci altre serie o film da vedere? Scrivilo nei commenti.
Se Yoga Hub Trento inizia a incuriosirti iscriviti al gruppo Facebook e seguici su Instagram.

Sono nata nella “terra dei vespri e degli aranci” e sono stata adottata dalla terra del Concilio e delle mele. Quando sono arrivata non avevo un paio di scarponcini, ma ben presto ho scoperto la passione per il trekking e per le lunghe camminate in montagna. Mi piace avere i piedi ben saldi e assicurati per terra e tenere la testa leggera per viaggiare e girovagare. Leggo molto per passione e scrivo tanto per lavoro. Curo blog e contenuti di diverse aziende, gioco con le parole, cerco quelle giuste, come quando si raccolgono le more più succose da rovi spontanei.
Per il blog di Yoga Hub Trento raccoglierò spunti e consigli su libri, film, serie ed eventi per coccolarsi un po’ quando non si ha il tappetino di yoga a portata di mano.
Leave a comment