Vishuddha e l’araba fenice

Come è già successo con Anahata – dove abbiamo parlato di una dimensione spirituale dell’energia –  con il quinto chakra, Vishuddha, parlerò dell’attitudine emozionale e… dell’araba fenice

Nelle medicine classiche orientali questa attitudine è associata al Metallo che ha caratteristiche in comune con la  Terra – di cui ho parlato con SvadhistanaManipura –  e con l’Acqua, che ho descritto con Muladhara. E ora vedremo più in dettagli come.

Vishuddha si manifesta

Avete presente il mito dell’araba fenice che “rinasce dalle proprie ceneri”? Ci è sicuramente capitato di incontrare persone con l’innata capacità di adattarsi ai cambiamenti della vita – anche traumatici – analizzando gli eventi facendo sempre tesoro dell’esperienza vissuta. Riusciamo a percepire questa capacità quando parliamo con loro: riconoscono le loro emozioni e riescono a “lasciarle andare”.

Il Metallo, l’elemento proprio di Vishuddha, ci fornisce la capacità di introspezione e la consapevolezza per imparare dalle circostanze, attraverso la capacità di elaborare gli eventi che proviene dai  chakra collegati alla Terra (SvadhistanaManipura)  ad alla predisposizione a voler cambiare che è collegata all’Acqua (Muladhara). 

Quando il quinto chakra si “blocca”, comincia a mancare la capacità di analizzare la situazione per quello che è. Col tempo si perde l’autostima ed invece di “lasciare andare” le emozioni, si tende a trattenerle: emergono insicurezza e introversione. E quando il blocco diventa “cronico” la tristezza blocca anche la volontà di rinascere che tanto ci affascina dell’araba fenice.

Le coordinate della mappa energetica

Le asana dello yoga agiscono in profondità sui chakra, innescando i nostri processi di autocura sia a livello fisico che emozionale.

In aggiunta, possiamo connetterci in profondità con i chakra attraverso la pelle. Per Vishudda possiamo contare su due “porte” privilegiate: Dashui, “il grande martello ” (GV14) che si trova sulla schiena, tra le spalle a livello dell’ultima vertebra cervicale e Tina Tu, “la prominenza celeste” (CV22) che si trova sul petto nella fossa sopra lo sterno. Tra questi due punti, in profondità, si trova il quinto chakra.

Per stimolare e mantenere aperto il quinto chakra, possiamo sfruttare altri due tsubo (punti di pressione) appoggiandoci le mani durante la meditazione o il lavoro, massaggiandoli, riscaldandoli… Il primo è Ligou “il canale dei tarli” (LR5) che si trova sei dita sopra il malleolo interno, dalla parte dell’alluce. Il secondo è Qi Hai, o “mare del Qi” (CV6) che si trova sulla pancia, un un pollice e mezzo sotto l’ombelico. Abbiamo già incontrato questo punto parlando di Svadhistana

L’effetto della stimolazione di questi punti può fornirci informazioni importanti sullo stato di Vishudda, basterà semplicemente fare attenzione alle sensazioni che emergono: “piacere”, “dolore”, “intorpidimento”… A questo punto, possiamo unire differenti tecniche per “aprire” il quinto chakra facendole lavorare in sinergia: ad esempio lo shiatsu prima (o dopo) una sessione “mirata” di yoga e, se fosse necessario un “richiamo profondo e duraturo” si può ricorrere alla moxibustione e al cupping.

vishuddha araba fenice
Punti di pressione (tsubo) per collegarsi a Vishuddha chakra e “sbloccarlo” corroborando l’energia dell’elemento “metallo”.Image by GDJ from Pixabay

 

Per riassumere…

Vishudda, il quinto chakra, può far rinascere la nostra araba fenice: sta a noi coltivare e mantenere il nostro benessere facendo fluire l’energia attraverso il nostro corpo. Lo yoga è uno strumento eccellente per costruire la via del benessere: tanti altri strumenti sono a nostra disposizioni per rendere questo percorso ancora più efficace e piacevole.